Roma 1944. La soubrette Rosalina si convince che il "trasportatore di guerra", leggi: borsaro nero, Ugo Bevilacqua sia "il Gatto", agente sotto copertura incaricato di eliminare il colonnello nazista e impenitente donnaiolo von Krussendorf. Così mentre l'ufficiale tedesco tenta di insidiare Rosalina, lei vuole trasformare questi approcci in occasioni per la missione del Gatto, intralciando gli affari di Bevilacqua: prima gli rovina la consegna del pranzo alle nozze del barone Villafranca, poi blocca la sua fuga vestito da sposa dall'irruzione delle SS e quando ha costretto "marito e moglie" - cioè il barone e Bevilacqua - ad accompagnarli con von Krussendorf in una maison per ufficiali tedeschi, decide lei stessa di passare all'azione. Il risultato sarebbe la fucilazione se il cavalier Titozzi, socio d'affari di Bevilacqua, non estraesse "la più potenta arma italiana".